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insulina

Deterioramento cognitivo nelle disglicemie, rischio ridotto con insulina basale

La normoglicemia mediata dall’insulina glargine, ma non dagli acidi grassi omega 3, è in grado di ridurre il rischio di deterioramento cognitivo sostanziale nelle persone con alterato metabolismo glucidico e fattori di rischio cardiovascolare aggiuntivi. È quanto emerso da un’analisi esplorativa post hoc dello studio ORIGIN (Outcomes Reduction with an Initial Glargine Intervention), pubblicata sulla rivista “Diabetes, Obesity and Metabolism” da Tali Cukierman-Yaffe del Sheba Medical Center, Ramat Gan, in Israele, e colleghi.

Lo studio ORIGIN ha reclutato partecipanti con alterato metabolismo glucidico e ulteriori fattori di rischio cardiovascolare in 573 centri di 40 Paesi. I partecipanti hanno completato il Mini Mental State test e un sottogruppo ha completato il Digit Symbol Substitution test al basale e fino a tre visite successive. L’effetto degli interventi sul deterioramento cognitivo sostanziale standardizzato per Paese (definito come la prima occorrenza di un punteggio nei due test al follow-up aggiustato per il basale ≥1,5 deviazioni standard al di sotto del punteggio medio del basale nel Paese di ciascun partecipante) è stato valutato utilizzando modelli di rischio proporzionale di Cox.

Durante un follow-up mediano di 6,2 anni, 2.627 persone su 11.682 (22,5%) hanno sviluppato un deterioramento cognitivo sostanziale standardizzato per Paese. Il rischio di questo esito è stato ridotto del 9% (hazard ratio: 0,91; IC al 95%: 0,85-0,99; p= 0,023) nei partecipanti assegnati all’insulina glargine (21,6%) rispetto allo standard of care (23,3%). Al contrario, il rischio non è stato influenzato, in modo statisticamente significativo, dall’assegnazione agli acidi grassi omega 3 rispetto al placebo (hazard ratio: 0,93, IC al 95%: 0,86-1,01; p= 0,074).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico