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Consumo di caffeina, rischio di MCI e malattia di Alzheimer

Nuovi dati supportano l’effetto benefico del consumo di caffeina sui disturbi della memoria e sui marcatori di amiloide nel liquor dei pazienti con disturbo cognitivo lieve (MCI) e malattia di Alzheimer (AD). È quanto si legge nelle conclusioni di un articolo pubblicato su “Alzheimer & Dementia” da David Blum, dell’Università di Lille, in Francia e colleghi.

Blum e colleghi pubblicano ora i risultati di questo studio ancillare a BALTAZAR (Biomarker of AmyLoid pepTide and AlZheimer’s diseAse Risk), uno studio di coorte prospettico multicentrico condotto in 23 centri per la memoria, che ha incluso partecipanti con MCI (N = 147) e AD (N = 116) al basale da settembre 2010 ad aprile 2015 e con un follow-up in corso di 3 anni.

I criteri di inclusione per i partecipanti con AD erano età ≥45 anni, probabile AD in base al Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – 4a edizione (DSM IV-TR), e ai criteri del National Institute of Neurological and Communicative Disorders and Stroke e dell’Alzheimer’s Disease and Related Disorders Association, nonché infine uno stadio da lieve a moderato (punteggio Mini-Mental State Examination [MMSE] ≥15). I criteri di inclusione per i partecipanti con MCI erano età ≥70 anni con criteri diagnostici di MCI secondo Petersen. I pazienti affetti da MCI hanno riferito l’assunzione di caffeina al momento dell’inclusione tramite un sondaggio dedicato.

Le associazioni tra consumo di caffeina, disturbi della memoria e i biomarcatori del liquor (tau, p-tau181, amiloide beta 1-42 [Aβ1-42], Aβ1-40) sono state analizzate utilizzando modelli logistici e di analisi della covarianza.

Dopo aggiustamento per l’apolipoproteina E (APOE ε4), l’età, il sesso, il livello di istruzione e abitudine al fumo di tabacco, un consumo inferiore di caffeina è stato associato a un rischio più elevato di amnesia (OR: 2,49; IC al 95%: da 1,13 a 5,46; p= 0,023) e a una minore concentrazione di Aβ1-42 nel liquor (p= 0,047), Aβ1-42/Aβ1-40 (p= 0,040) e Aβ1-42/p-tau181 (p= 0,020) nell’intera coorte.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico