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SM recidivante-remittente, la fatica può migliorare con l’attività fisica

Nei pazienti con sclerosi multipla (SM), uno dei sintomi più comuni, e anche più difficili da misurare nella vita quotidiana, è la fatigue. In un nuovo studio apparso sulla rivista “Multiple Sclerosis and Related Disorders”, Marko Luostarinen, dell’Università della Finlandia Orientale a Kuopio, e colleghi hanno condotto una ricerca con l’obiettivo di scoprire l’associazione tra la disabilità dei pazienti con SM recidivante-remittente (SMRR), la fatigue e l’attività fisica misurata mediante accelerometro.

Nello studio sono stati coinvolti 41 pazienti con SMRR e un livello di Expanded Disability Status Scale (EDSS) compreso tra 0 e 5,5. I pazienti con SM e 20 controlli sani hanno completato i questionari Modified Fatigue Impact Scale (MFIS) e Fatigue Severity Scale (FSS). L’EDSS è stato valutato per tutti i pazienti con SM-RR e tutti i partecipanti hanno eseguito il test MS Functional Composite (MSFC) e il test del cammino di sei minuti e hanno indossato un accelerometro per sette giorni.

Dai dati raccolti è emerso che i pazienti con un livello EDSS di 0-2,5 avevano livelli di fatigue più elevati (p< 0,001) rispetto ai controlli sani, ma più bassi rispetto ai pazienti con un livello EDSS di 3-5,5 (p< 0,001). Inoltre, è stata riscontrata una correlazione significativa tra la fatigue e il livello di disabilità misurato dall’EDSS (EDSS/FSS, r= 0,750/p= 0,001; EDSS/MFIS, r= 0,661/p= 0,001) e con il test MSFC nel gruppo di pazienti (MSFC/FSS, r= -0,350 p=0,025; MSFC/MFIS, r= -0,423/p= 0,007). L’attività giornaliera totale era correlata con la fatica misurata dalla FSS (MVPS/FSS r= -0,357/p= 0,028, conteggio dei passi/FSS r= -0,463/p= 0,003).

Secondo le conclusioni dello studio dunque, un tasso di disabilità più basso, una migliore condizione fisica e una maggiore attività di vita quotidiana predicono livelli di fatigue più bassi.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico