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Si apre a Napoli il 53° congresso della Società Italiana di Neurologia

Per la quarta volta negli ultimi 15 anni, Napoli ospita il Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN), che giunge alla sua 53° edizione. Dal 21 al 24 ottobre, la città partenopea si trasforma in capitale della neurologia, e il Palacongressi della Mostra d’Oltremare diventa un luogo di incontro privilegiato, di aggiornamento e di discussione, in cui si fondono le diverse anime della neurologia italiana. L’interesse per questo appuntamento annuale è sempre molto vivo e quest’anno la conferma viene soprattutto dall’elevato numero di contributi scientifici presentati, il più alto finora. La ricerca in neurologia è estremamente dinamica, evolve rapidamente e pertanto richiede un aggiornamento costante e puntuale, e il Congresso annuale SIN rappresenta senza dubbio un’occasione privilegiata per stare al passo con gli ultimi progressi scientifici.

Nell’intervista a seguire il professor Gioacchino Tedeschi, Presidente del Congresso SIN, ci offre uno sguardo d’insieme sull’edizione di quest’anno del meeting.

Professor Tedeschi, quali sono i temi portanti del 53° Congresso nazionale SIN e quali novità possiamo aspettarci?

Il congresso ha visto il più alto numero di contributi scientifici finora presentati, per cui è difficile identificare con precisione i temi portanti. In ogni caso il maggiore interesse deriva dall’insieme di due fattori: il peso sociale della malattia e le innovazioni diagnostiche e terapeutiche. Dunque, v’è grande interesse per la sclerosi multipla, malattia che interessa circa 126.000 persone, per lo più giovani donne e che nel tempo assume un andamento cronico, per la quale disponiamo ora di un armamentario terapeutico di oltre 20 farmaci che sono in grado di modificare marcatamente il decorso della malattia. Altro capitolo che attira molto interesse è l’emicrania, malattia che interessa in forma episodica circa il 14% e in forma cronica circa il 2% della popolazione; anche per questa sono disponibili farmaci specifici ed altamente efficaci nel ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi. Infine, l’argomento in cui le attese dei neurologi e quelle dei pazienti sono probabilmente più alte è il capitolo delle demenze o meglio del declino cognitivo. In questo campo vi sono notevoli novità in ambito diagnostico che permettono una diagnosi più accurata e più precoce e v’è molta attesa per i risultati dei trials clinici in corso su una popolazione selezionata di pazienti con declino cognitivo (una fase precoce di malattia che potrebbe poi evolvere in demenza).

Al congresso sono previste sessioni realizzate in collaborazione con diverse società scientifiche. Perché è importante oggi la ricerca e la collaborazione multidisciplinare in Neurologia?

La ricerca, clinica o di base, non può che essere multidisciplinare. La complessità della ricerca neurologica dipende sia dalla diversità delle tante patologie di interesse neurologico, che spaziano dalle malattie degenerative a quelle acute, dalle malattie immunomediate a quelle infiammatorie, per non parlare delle malattie rare che per oltre il 50% sono di interesse neurologico. In Neurologia esistono circa 20 Società Autonome Aderenti affiliate alla Società Italiana di Neurologia, che si occupano principalmente di specifici capitoli della Neurologia. Ognuna di queste svolgerà dei simposi. Inoltre avremo un Simposio con la rete degli IRCCS che ha l’obiettivo di mettere in rete i ricercatori che appartengo alle diverse istituzioni che fanno ricerca in Italia; un Simposio con l’EAN (European Academy of Neurology) sul tema delle linee guida; un Simposio in collaborazione con la Società Italiana di Neuroscienze sulla beta amiloide, proteina chiamata in causa nella patogenesi dell’Alzheimer, ma più recentemente anche in alcune forme di epilessia; e infine un Simposio congiunto con la Società Italiana di Neurochirurgia sulle nuove frontiere terapeutiche per la nevralgia trigeminale.

Un simposio è realizzato in collaborazione con la Società Italiana di Telemedicina. A che punto è la diffusione e l’applicazione della teleneurologia nel nostro Paese?

Un ultimo Simposio congiunto è organizzato con la Società Italiana di Telemedicina e questo è particolarmente attuale considerando sia le evoluzioni tecnologiche che stanno prepotentemente entrando nel mondo medico, sia l’interesse che il sistema Paese (vedi PNRR) ha dedicato alla telemedicina. Più che di sola telemedicina, l’assistenza ai pazienti neurologici si dovrà avvalere dei tanti presidi offerti dalla digital health, che già comprendono sistemi di monitoraggio del paziente a distanza. La telemedicina permette di ridurre la distanza tra paziente e Neurologo, il quale può svolgere a distanza (specialmente in pazienti già conosciuti) una parte della visita. Non a caso la SIN, prima ancora del COVID, ha organizzato un corso di Digital Academy per i Neurologi. Detto questo, la telemedicina e la digital health non potranno mai sostituire la figura del Neurologo, il quale da parte sua dovrà apprendere e utilizzare al meglio le tante innovazioni che gli avanzamenti tecnologici produrranno nel prossimo futuro.

Anastassia Zahova

Giornalista medico scientifico