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Parkinson, il contatto con la natura diminuisce il rischio di ricovero

L’esposizione agli ambienti naturali può ridurre il rischio di ricovero per malattia di Parkinson. È questo il risultato di uno studio pubblicato su “JAMA” da Jochem O. Klompmaker della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, negli Stati Uniti, e colleghi e reso noto dalla Società italiana di Neurologia (SIN) in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla malattia, che si è celebrata lo scorso 11 aprile.

Uno studio su un’ampia popolazione nell’arco di 16 anni

La ricerca fa riferimento al periodo tra gennaio 2000 e dicembre 2016, nel quale sono stati analizzati oltre 122mila soggetti con età compresa fra 65 e 74 anni al momento dell’arruolamento, metà dei quali con diagnosi di Parkinson e afferenti al sistema statunitense di assistenza sanitaria Medicare (87,6%).

I ricercatori hanno messo in correlazione i dati di ricovero con l’Indice di vegetazione della differenza normalizzata (Normalized Difference Vegetation Index, o NDVI), un parametro che valuta la percentuale di aree verdi di una zona in relazione alla densità di popolazione. Con l’ausilio di un apposito algoritmo (R Project for Statistical Computing) hanno poi adeguato l’indice alle diverse stagioni dell’anno.

Dall’analisi statistica è emerso come alcuni ambienti naturali fossero associati a un calo del rischio di ospedalizzazione per i pazienti con malattia di Parkinson. Il professor Alfredo Berardelli, presidente della SIN, ha commentato:

Finora esistevano dati contrastanti sull’efficacia dell’esposizione ai cosiddetti spazi verdi nel proteggere da diverse condizioni neurologiche, mentre da numerosi recenti studi è emerso che questi ambienti esercitano una vera e propria azione terapeutica. Una ragione in più per sensibilizzare i responsabili politici a prendere in seria considerazione interventi di protezione degli habitat naturali”.

 

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico