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cellule-lisosomi

Malattia di Fabry, approvata negli Stati Uniti la pegunigalsidasi alfa-iwxj

La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato la pegunigalsidasi alfa-iwxj per il trattamento di adulti con malattia di Fabry confermata.

Il prodotto è un enzima lisosomiale idrolitico specifico per i glicosfingolipidi neutri: il faramaco viene internalizzato e trasportato nei lisosomi dove si ritiene che eserciti un’attività enzimatica e riduca il Gb3 accumulato.

Il via libera dell’FDA sulla base dei risultati di due studi clinici

L’approvazione si è basata sui dati di due studi clinici. Il primo è uno studio in aperto con variazione della dose in pazienti naïve alla terapia enzimatica sostitutiva (ERT) o che non avevano ricevuto ERT per più di 26 settimane e che avevano un test negativo per gli anticorpi anti-pegunigalsidasi alfa-iwxj IgG. In secondo è uno studio di fase 3, in doppio cieco e con controllo attivo in adulti con esperienza di ERT con diagnosi di malattia di Fabry.

In quest’ultimo trial, i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere almeno una dose di pegunigalsidasi alfa (N= 52) o di agalsidasi beta (N= 25). L’endpoint primario di efficacia era il tasso annualizzato di variazione della velocità di filtrazione glomerulare stimata (pendenza dell’eGFR) valutato su 104 settimane.

I risultati hanno dimostrato che la pegunigalsidasi alfa era non inferiore all’agalsidasi beta nel controllare il declino dell’eGFR. La pendenza media stimata dell’eGFR è stata di -2,4 e -2,3 mL/min/1,73 m2/anno rispettivamente con pegunigalsidasi alfa e agalsidasi beta. La differenza di trattamento stimata è stata di -0,1 mL/min/1,73 m2/anno (IC al 95%: -2,3, 2,1).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico