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inquinamento aria

Demenza, l’esposizione al particolato atmosferico è un fattore di rischio

L’esposizione al particolato atmosferico, e più nello specifico quello di diametro inferiore a 2,5 micron (PM2,5), è un fattore di rischio per la demenza, così come il biossido di azoto e l’ossido di azoto, anche se con evidenza più limitata. È quanto emerso da una revisione sistematica e metanalisi pubblicata sul “British Medical Journal” da Elissa Wilker, della Harvard TH Chan School of Public Health di Boston (Usa) e colleghi.

Gli autori hanno selezionato studi che includevano adulti (≥18 anni), un follow-up longitudinale e prendevano in considerazione gli inquinanti atmosferici secondo i criteri della US Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti e indicatori dell’inquinamento da traffico, consideravano l’esposizione su un anno o più e riportavano associazioni tra inquinanti ambientali e demenza clinica. Sono così stati identificati 51 studi, 14 studi dei quali sono entrati nella metanalisi sugli effetti del PM2,5.

L’associazione con la demenza è presente anche quando l’esposizione annuale al PM2,5 è inferiore all’attuale standard stabilito dall’EPA

Dall’analisi statistica sono emerse prove di un’associazione tra PM2,5 e demenza, anche quando l’esposizione annuale era inferiore all’attuale standard annuale stabilito dall’EPA di 12 microgrammi per metro cubo d’aria (μg/m3). In particolare, tra gli studi che utilizzavano il rilevamento attivo dei casi, i ricercatori hanno riscontrato un aumento del rischio di sviluppare demenza del 17% per ogni aumento di 2 μg/m3dell’esposizione media annua al PM2,5.

Nello studio sono emerse anche prove che suggeriscono associazioni tra demenza e ossido di azoto (aumento del rischio del 5% per ogni aumento di 10 μg/m3 dell’esposizione annuale) e biossido di azoto (aumento del rischio del 2% per ogni aumento di 10 μg/m3 dell’esposizione annuale), sebbene i dati siano più limitati.

Secondo gli autori I risultati di questo studio supportano l’importanza per la salute pubblica di limitare l’esposizione al PM2,5 e ad altri inquinanti atmosferici e forniscono strumenti per una stima più realistica del ruolo dell’inquinamento nel carico e di malattia, un dato che può supportare le decisioni politiche su questo tema.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico