Skip to content
everolimus farmaco

Non sono i DMARD a proteggere dal Parkinson i soggetti con artrite reumatoide

I farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) utilizzati nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR) diminuiscono il rischio d’insorgenza della malattia di Parkinson? La questione è stata sollevata quando dagli studi epidemiologici è emersa una correlazione tra le due condizioni. Ora un nuovo articolo pubblicato su “Neurology” da Anne Paakinaho dell’Università della Finlandia orientale a Kuopio, e colleghi risponde in senso negativo.

Il risultato è frutto di uno studio caso-controllo annidato, condotto a livello nazionale all’interno della coorte finlandese della malattia di Parkinson (FINPARK) che include 22.189 soggetti con Parkinson clinicamente verificato e diagnosticato nel periodo 1996-2015. All’interno di questa coorte sono poi stati considerati i pazienti con AR diagnosticata più di tre anni prima del Parkinson; i casi sono stati abbinati a un massimo di sette controlli abbinati per età, sesso, durata dell’AR e regione geografica. I DMARD sono stati suddivisi in cinque classi e i dati sulle prescrizioni acquistate sono stati identificati dal Registro delle Prescrizioni dal 1995.

Complessivamente, nell’analisi sono stati inclusi 315 casi di Parkinson e 1.571 controlli abbinati, per la maggior parte (> 60%) di sesso femminile; la durata mediana dell’AR alla data di abbinamento era di 11,6 anni per i controlli e 12,6 anni per i casi.

Dall’analisi dei dati, considerando un periodo di ritardo di tre anni tra l’esposizione e l’esito, non è emersa alcuna associazione tra uso di DMARD e rischio di Parkinson, tranne nel caso della clorochina/idrossiclorochina che ha mostrato un’associazione con un rischio ridotto (odds ratio aggiustato: 0,74). Altri DMARD, tra cui sulfasalazina, metotrexato, composti dell’oro e immunosoppressori, non risultano associati al Parkinson.

Secondo le conclusioni degli autori, dunque, il minor rischio di Parkinson nelle persone con artrite reumatoide non è spiegato dall’uso di DMARD. L’associazione tra clorochina/idrossiclorochina e minor rischio di Parkinson, così come i possibili meccanismi sottostanti, dovrebbero essere ulteriormente studiati.

 

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico