La neurostimolazione nella lombosciataglia: evidenze di real world
La neurostimolazione riparativa è una nuova opzione di trattamento per pazienti ben selezionati con lombosciatalgia (LBP) cronica refrattaria in grado di produrre miglioramenti clinicamente significativi in termini di dolore, disabilità e qualità della vita. È quanto emerge da studi di real world, come quello appena pubblicato sulla rivista “World Neurosurgery”, coerentemente con i risultati degli studi clinici controllati.
Ardeshir Ardeshiri della Clinica di Itzehoe, in Germania, e colleghi avevano come obiettivo il trattamento dell’instabilità neuromuscolare della colonna vertebrale lombare dovuta a un controllo motorio compromesso e alla degenerazione del muscolo multifido, una causa nota di LBP cronica refrattaria, mediante un sistema di neurostimolazione impiantabile. Quest’ultimo mira a ripristinare il controllo motorio del multifido stimolando in L2 la branca mediale del ramo dorsale, alleviando così il dolore e riducendo la disabilità. Il sistema ha dimostrato benefici clinicamente significativi nell’ambito di studi clinici.
Per questo studio sono stati reclutati 44 pazienti consecutivi con LBP cronico assiale refrattario e prevalentemente nocicettivo, evidenza di disfunzione del multifido e nessuna indicazione chirurgica o storia di intervento chirurgico per LBP cronico.
A ciascun paziente è stato impiantato un dispositivo di neurostimolazione. I punteggi relativi al dolore (scala di valutazione numerica), alla disabilità (Oswestry Disability Index) e alla qualità della vita (EuroQol 5-Dimension a 5 livelli) sono stati raccolti al basale e a 3, 6 e 12 mesi dall’attivazione.
In tutti i momenti di valutazione sono stati osservati miglioramenti statisticamente significativi del dolore, della disabilità e della qualità di vita rispetto al basale. A 12 mesi dall’attivazione, il punteggio medio ± errore standard della scala di valutazione numerica si è ridotto da 7,6 ± 0,2 a 3,9 ± 0,4 (p< 0,001), il punteggio dell’indice di disabilità Oswestry si è ridotto da 43,0 ± 2,8 a 25,8 ± 3,9 (p< 0,001) e l’indice EuroQol a 5 livelli e 5 dimensioni è migliorato da 0,504 ± 0,034 a 0,755 ± 0,039 (p< 0,001).