Epilessia refrattaria: la stimolazione del nervo vago diminuisce i costi ospedalieri
La stimolazione del nervo vago (VNS) in aggiunta ai farmaci anticrisi è associata a minori costi ospedalieri annuali per i pazienti pediatrici con epilessia refrattaria rispetto alla somministrazione dei soli farmaci. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista “Epilepsia” da Lu Zhang della Northwestern University Feinberg School of Medicine a Chicago e colleghi.
Gli autori hanno considerato pazienti di età compresa tra 0 e 17 anni che hanno ricevuto una diagnosi di epilessia refrattaria tra il 2011 e il 2016. I soggetti sono stati seguiti da un anno prima fino a due anni dopo aver soddisfatto i criteri predeterminati per l’epilessia refrattaria.
Nell’analisi sono stati inclusi 1113 pazienti trattati con farmaci anticrisi più VNS e 3471 pazienti trattati solo con farmaci. Dopo un tempo di follow-up di due anni, per la coorte di soggetti trattati solo con farmaci, i costi totali annuali medi aggiustati per tutte le cause e per l’epilessia sono aumentati di 14.715 dollari (IC al 95%: $12 375-$17 055) e 18.437 dollari (IC al 95%: $15 978-$20 896), rispettivamente. In confronto, i costi annuali medi totali aggiustati per tutte le cause e legati all’epilessia della coorte trattata con farmaci più VNS sono aumentati di 12.838 dollari (IC al 95%: $ 8171-$17 505) e 15.183 (IC al 95%: $10 253-$20 113), rispettivamente.
Rispetto al solo trattamento con farmaci anticrisi, il trattamento combinato hanno quindi generato un risparmio di 3254 dollari per i costi annuali correlati all’epilessia.