Nuovi dati sul ruolo di una proteina cruciale per lo sviluppo dell’Alzheimer
PIN1: è questa la sigla che identifica una proteina cruciale per proteggere il nucleo cellulare e che perciò riveste un ruolo importante nell’insorgenza della malattia di Alzheimer. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Cell Reports” da un gruppo di ricercatori dell’Università e dell’ICGEB di Trieste e dell’IFOM di Milano, con la collaborazione della SISSA, sempre di Trieste.
Finora era noto come un’alterazione dei livelli della proteina PIN1 fosse associato a molteplici processi fisiopatologici, a loro volta sottostanti a diverse condizioni di malattia: mentre un aumento di PIN1 contribuisce alla formazione dei tumori e delle metastasi, la sua diminuzione è osservata in diverse malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. I processi molecolari che coinvolgono la proteina tuttavia sfuggivano a una piena comprensione.
Il nuovo studio ora mostra che PIN1 ha una funzione di regolazione di altre proteine che proteggono la struttura del nucleo, nonché l’organizzazione e l’ancoraggio del genoma al suo interno il DNA da fattori di stress di natura meccanica, che possono presentarsi per esempio durante l’invecchiamento.
Più nello specifico, una diminuzione dei livelli di PIN1 nei neuroni possono determinare malformazioni del nucleo, disorganizzazione del genoma, danni al DNA e produzione di molecole che scatenano reazioni infiammatorie. L’esito ultimo è la degenerazione delle cellule nervose.
Giannino Del Sal, Ordinario dell’Università di Trieste, direttore del Laboratorio di “Cancer Cell Signalling” all’ICGEB di Trieste e coordinatore dello studio, ha commentato:
Tra le alterazioni nell’organizzazione del genoma e nell’attività dei geni una in particolare sta emergendo per la sua particolarità e rilevanza: l’attivazione di sequenze mobili del genoma dette trasposoni. È proprio l’anomala attivazione di questi elementi mobili del genoma che abbiamo osservato come prima conseguenza della mancanza o riduzione dei livelli di PIN1”.