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sonno

L’importanza del sonno nel decadimento cognitivo lieve

La qualità del riposo influenza morfologia cerebrale e connettività

Nei pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), le abitudini del sonno sono associate all’atrofia della materia grigia e alle alterazioni della connettività funzionale, secondo i risultati illustrati sulla rivista “Alzheimer & Dementia”.

Antonino Vallesi, dell’Università di Padova e colleghi di una collaborazione internazionale hanno condotto uno studio caso-controllo arruolando 38 pazienti con MCI e 38 controlli di pari età. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a scansioni di risonanza magnetica strutturale per valutare l’atrofia cerebrale e a scansioni di risonanza magnetica funzionale a riposo per determinare la connettività funzionale.

I ricercatori dello studio hanno inoltre utilizzato la Sleep Continuity in Alzheimer’s Disease Scale, un questionario auto-riferito, per stratificare i pazienti con MCI come “buoni” dormitori (20 pazienti) e “cattivi” dormitori (18 pazienti). Hanno poi identificato, mediante analisi delle componenti indipendenti, la rete frontoparietale (FPN) e il default mode network (DMN), calcolando infine le mappe di z-score per ogni paziente e modalità di risonanza magnetica.

Dai dati è emerso che in tutti i pazienti con MCI, indipendentemente dalla loro classificazione in base al sonno, la connettività DMN all’interno del precuneo superava in modo significativo l’atrofia. Solo tra i buoni dormitori, invece, i valori di connettività FPN superavano l’atrofia nelle regioni frontali, temporali e parietali.

Secondo le conclusioni degli autori, i risultati indicano che, tra i pazienti con MCI, la qualità del sonno può influenzare il rapporto tra la morfologia del cervello e la connettività funzionale. Ciò può suggerire possibili bersagli di intervento terapeutico per i disturbi del riposo in questa categoria di pazienti.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico