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Ictus, benefici limitati dalla terapia con staminali mesenchimali

Pubblicati i dati di uno studio prospettico coreano

La terapia con cellule staminali mesenchimali (MSC) con siero autologo, applicata a pazienti con ictus maggiore cronico, è associata a qualche lieve miglioramento motorio delle gambe, ma non è in grado di migliorare in modo significativo il punteggio sulla scala Rankin modificata (mRS). È quanto emerso da uno studio prospettico, in aperto, randomizzato e controllato, pubblicato su “Neurology” da Jong-Won Chung e colleghi della Sungkyunkwan University School of Medicine, Seoul, in Corea del Sud.

I ricercatori hanno reclutato pazienti 54 pazienti con ictus cronico maggiore per lo studio STARTING-2 in quattro centri universitari della nazione. Hanno poi randomizzato i soggetti in rapporto 2:1 a ricevere MSC per via endovenosa (n= 39) o la cura standard (n= 15), e li hanno valutati per tre mesi in termini di outcome clinici.

I pazienti nei bracci di intervento e di controllo dello studio avevano un’età media di 63 e 64 anni circa, il 43,6% e il 66,7% erano uomini e l’indice di massa corporea era 23,2 e 23,4 kg/m2, rispettivamente.

A 90 giorni, il 33,3% dei pazienti del gruppo di trattamento e il 26,7% di quelli del gruppo di controllo non hanno avuto alcuna diminuzione dei punteggi mRS, punteggi che non differivano in modo significativo tra i gruppi (p= 0,732). Allo stesso modo, nono sono emerse differenze significative tra in due gruppi negli altri endpoint, che comprendevano: valutazione Fugl-Meyer (p = 0,292), abilità di cammino (p= 0,763), motricity index del lato (p= 0,090) o del braccio (p= 0,741).

I destinatari del MSC, tuttavia, mostravano un miglioramento nell’indice medio di motricità della gamba  (14,8±23,8) rispetto ai partecipanti del gruppo di controllo (2,6±13,0; p= 0,023), e il cambiamento osservato nel punteggio era ancora più significativo dopo la correzione per i possibili cofattori (p= 0,129).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico