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beta amiloide

I livelli β-amiloide nella mezza età come marker predittivo di decadimento cognitivo e demenza

Le concentrazioni plasmatiche di amiloide-beta nella mezza età sono associate al rischio di decadimento cognitivo lieve (MCI) e demenza nelle decadi successive.

Lo rivela uno studio pubblicato su “Neurology” da Kevin J. Sullivan dello University of Mississippi Medical Center di Jackson (Usa), e colleghi che hanno esaminato retrospettivamente i dati di un sottocampione dello studio di coorte Atherosclerosis Risk in Communities, in cui sono stati misurati i livelli plasmatici di Aß42 e Aß40 per 2.284 partecipanti complessivi.

I ricercatori hanno scoperto che ogni raddoppio del rapporto Aß42:Aß40 nella mezza età era associato a un rischio significativamente inferiore per MCI e demenza (rapporto di rischio relativo: 0,63), fino a circa il valore mediano (valore di soglia del modello di spline: 0,20).

Ogni deviazione standard di aumento della concentrazione plasmatica di Aß42 (10 pg/mL) è risultata associata a un rischio più basso di MCI e demenza (rapporto di rischio relativo: 0,87), mentre per ogni deviazione standard di aumento della concentrazione plasmatica di Aß40 (67 pg/mL) è emerso un rischio più elevato MCI/demenza (rapporto di rischio relativo: 1,15). Quando sono state ripetute le analisi statistiche utilizzando predittori plasmatici di Aß in tarda età, le correlazioni erano comparabili ma leggermente più deboli dal punto di vista statistico. Sullivan spiega:

Un raddoppio del rapporto di beta amiloide 42/40 è risultato associato a un rischio inferiore del 37 per cento di decadimento cognitivo lieve o demenza nell’età successiva, che è paragonabile a circa cinque anni di età in meno; e un raddoppio di questo rapporto sotto questa soglia a fine vita era paragonabile a circa tre anni di età più giovane.

L’amiloide-beta può quindi essere utile come biomarcatore per il rischio di futuro deterioramento cognitivo”.

 

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico