Dolore neuropatico, mancano linee guida chiare per la gestione multimodale
La gestione del dolore neuropatico richiede una riabilitazione multimodale, ma la letteratura attuale manca di linee guida chiare e validate sull’uso delle varie pratiche riabilitative: è quanto hanno concluso Andrea Bernetti della Sapienza Università di Roma e colleghi di altri istituti italiani in una ricerca pubblicata sulla rivista “Diagnostics”.
Si tratta di una revisione sistematica delle linee guida pubblicate in un periodo di 13 anni per valutare gli interventi riabilitativi raccomandati per le persone con dolore neuropatico.
Sono sei gli studi che soddisfacevano i criteri d’inclusione, con diversi interventi raccomandati: neurostimolazione, stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS), e approcci multidisciplinari che includono terapie farmacologiche, psicologiche e fisiche.
Tra gli interventi non farmacologici, gli studi inclusi hanno trovato che solo la TENS era superiore al placebo per la neuropatia diabetica dolorosa.
Uno studio ha concluso che TENS, stimolazione del midollo spinale e terapia cognitivo-comportamentale sono tutti interventi non farmacologici efficaci: si raccomanda specificamente la TENS per il dolore neuropatico periferico localizzato, la stimolazione del midollo spinale per il dolore lombare cronico post-operatorio e l’agopuntura per la nevralgia post-erpetica.
In uno studio incentrato sulla neuropatia diabetica dolorosa, i ricercatori hanno suggerito che una combinazione di interventi farmacologici e non farmacologici ridurrebbe il dolore e migliorerebbe la qualità della vita del paziente, mentre un altro studio “ha sottolineato il ruolo cruciale dell’approccio multidisciplinare” nella gestione del dolore neuropatico.
“Anche se alcuni interventi come la terapia TENS, la fisioterapia e gli interventi psicologici sono raccomandati, la chiave di volta della gestione del dolore neuropatico risiede nell’attuazione di interventi complessi multidisciplinari che si concentrano su tutti i diversi aspetti interessati da questa condizione patologica cronica ed estremamente invalidante”, scrivono gli autori della metanalisi.