Disturbo da attacchi non epilettici, trovata una correlazione con i disturbi del sonno
L’effetto emerge da diversi strumenti di valutazione
Le difficoltà di riposo dovrebbero essere tenute in attenta considerazione clinica nella valutazione dei soggetti con disturbo da attacchi non epilettici (NEAD) poiché la scarsa qualità del sonno è comune in questi pazienti, secondo uno studio pubblicato su “Epilepsy and Behavior” da Saafi Mousa e colleghi dell’Università di Leeds, nel Regno Unito.
I ricercatori hanno reclutato 17 soggetti con NEAD (mediana di otto attacchi al mese) e 20 controlli, seguiti per sei notti misurando variabili oggettive del sonno, funzione durante la veglia del giorno dopo e attacchi.
Da dati raccolti, è emerso che i soggetti con NEAD differivano da quelli nel gruppo di controllo in modo significativo per diverse valutazioni: Indice di Pittsburgh per la qualità del sonno (PSQI; d: 0,80; p= 0,000), Scala di esperienza dissociativa-II (DES-II; d: 0,72; p= 0,000), Disturbo d’ansia generalizzato 7 (GAD7; d: 0,76; p= 0,000), e Questionario sulla salute del paziente 9 (PHQ9; d: 0,84; p= 0,000).
Durante l’esperimento, i partecipanti con NEAD avevano, rispetto ai partecipanti del gruppo di controllo, una peggiore qualità del sonno (d: 0,57; p= 0,000), maggiore latenza del sonno (d: 0,52; p= 0,023), ridotta efficienza del sonno (d: 0,41; p= 0,027), maggiore insonnia (d: 0,43; p= 0,030) e più risvegli (d: 0,43; p= 0,042).
Inoltre, durante lo studio i soggetti con NEAD hanno avuto attacchi quotidiani (media: 1,1; deviazione standard [SD]: 1,7). Gli attacchi sono risultati associati a un aumento delle ore di sonno (odds ratio [OR]: 2,78; p< 0,05) e a una diminuzione dei risvegli (per evento: OR, 0,8; p< 0,05).