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microfono

Cefalea a grappolo, diagnosi precoce con l’analisi della voce

È stato appena pubblicato su Headache uno studio dei ricercatori del Centro Cefalee coordinato dal professor Antonio Russo della Clinica Neurologica del Dipartimento di Scienze medico-chirurgiche avanzate dell’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli diretta dal professor Gioacchino Tedeschi che, sulla base dell’analisi spettrale della voce del paziente, presenta una nuova metodica per la precoce diagnosi di cefalea a grappolo, in sigla CH acronimo di cluster headache.

I pazienti CH sono spesso sottodiagnosticati e il loro corretto inquadramento e quindi la giusta terapia arrivano in ritardo con conseguente rischio di cronicizzazione.

Lo studio di Russo e coll. s’inserisce in un filone di ricerca basato sull’interpretazione vocale delle malattie che si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni arricchendosi di studi sul Parkinson o Alzheimer per quanto riguarda l’inquadramento diagnostico e su stroke e concussioni cerebrali per quanto riguarda la valutazione longitudinale dell’evento acuto.

Dal New Jersey a Napoli, le ricerche su voce e diagnosi neurologiche

Una delle pioniere di questa metodica è l’indo-americana Sona Patel del Department of Speech-Language Pathology della Seton Hall University nel New Jersey che per l’impiego dell’analisi della voce nella diagnosi della malattia di Alzheimer ha ricevuto dal National Institute of Deafness and Communicative Disorders USA un grant per tre anni di 380mila dollari che scadrà nel 2021. Con molti meno fondi istituzionali i ricercatori del Centro Cefalee dell’Università Vanvitelli hanno applicato per primi al mondo questa metodica nella cefalea a grappolo ricavandone buoni risultati.

I pazienti CH hanno di fatto spesso una voce bassa e roca trattandosi spesso di fumatori incalliti e abusatori di alcol, abitudini che procurano facilmente edema laringeo, condizione che infatti Russo ha verificato tramite laringoscopia nella maggior parte di quelli arruolati nello studio.

A ciò di associa reflusso laringo-faringeo differente da quello riscontrabile nell’apnea morfeica: tale sintomo è comune ad entrambe le condizioni, ma in ognuna ha caratteristiche diverse.

All’atto della valutazione vocale l’apnea notturna è quindi sempre da porre in diagnosi differenziale, al di là delle stimmate cliniche peculiari delle due condizioni.

Un’altra condizione con caratteristica voce bassa è la malattia di Parkinson nella quale l’eloquio difficoltoso e poco comprensibile dato dalla disartria ipocinetica, associato alle altre stimmate motorie e non motorie, rende facilmente riconoscibile il quadro, ma in una fase che precede la diagnosi clinica l’analisi vocale sembra fugare eventuali dubbi con effetto time-saving.

Last but not least è arrivato l’anno scorso uno studio anglo-tedesco-giapponese, che presenta un sistema computerizzato di analisi vocale in grado di fornire una diagnosi precoce di infezione da Sars-CoV-2 con un margine d’errore accettabile e meno costoso dei noti tamponi.

Rapporto costo/beneficio favorevole

Anche la metodica di Russo e coll. è money saving: per dimostrare la correlazione fra voce roca, edema bilaterale delle corde vocali ed eventuale costrizione della glottide e reflusso laringo-esofageo sono stati sufficienti una normale laringoscopia e un analizzatore vocale Shure 545SD Unidyme III fornito dal locale Dipartimento di Filologia Moderna occupatosi anche dell’analisi spettrale delle registrazioni a costo zero.

Ne potrà nascere una metodica standardizzata che una volta validata può essere facilmente trasformata in un’app da distribuire a tutti i centri cefalee d’Italia da utilizzare in collaborazione agli specialisti otorinolaringoiatri con un ottimo rapporto costi/benefici.

Non peraltro gli Autori dello studio sulla valutazione vocale dell’infezione da Covid auspicano la possibilità di creare una banca dati audio sulla base delle registrazioni ricavate dai pazienti diagnosticati con la metodica, in modo da poter poi valutare nuovi soggetti in condizioni cliniche e demografiche sovrapponibili.

Cesare Peccarisi

Responsabile della Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Neurologia