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parkinson laboratorio

Rischio di fratture durante il periodo prodromico del Parkinson

La frequenza di lesioni aumenta a causa del deficit motorio

Le fratture sono più frequenti durante il periodo prodromico di cinque anni della malattia di Parkinson, secondo i risultati dello studio pubblicato su “Neurology” da Alejandra Camacho-Soto, del Dipartimento di neurologia della Washington University School of Medicine a St. Louis e colleghi. Gli autori hanno voluto approfondire il tema delle lesioni da caduta secondarie al deficit motorio che si verificano più comunemente nei pazienti parkinsoniani durante il periodo prodromico della malattia, stimando il rischio di fratture non craniche rispetto ai controlli. A questo scopo, hanno condotto uno studio caso-controllo di popolazione su soggetti che negli Stati Uniti hanno beneficiato del programma Medicare dal 2004 al 2009, e che nel 2009 avevano un’età compresa tra i 66 e i 90 anni. Le fratture sono state identificate dalla Barell Injury Matrix e classificate per regione del corpo.

La coorte di studio comprendeva 89.632 casi incidenti di Parkinson (età media: 78,8 anni; per il 50,2% donne) e 117.760 controlli (età media: 76,0 anni; 57,0% donne). Durante i cinque anni precedenti la data di riferimento per la diagnosi, si sono registrate 22.780 fratture (25,4%) nel gruppo di parkinsoniani e 16.826 fratture (14,3%) nel gruppo di controllo; la maggior parte delle lesioni è stata attribuita a cadute in entrambi gruppi (74,6% e 72,8%, rispettivamente).

L’analisi statistica ha mostrato un’associazione positiva tra Parkinson e fratture in ogni fase temporale nei cinque anni precedenti la diagnosi (<3 mesi, 3-<12 mesi, 1-<2 anni, 2-<3 anni, 3-<4 anni e ≥5 anni). L’associazione tra frattura e Parkinson prodromica si è rafforzata con l’avvicinarsi della diagnosi, con un rapporto di probabilità aggiustato di 1,69 da 3 a 12 mesi prima della data, e di 1,10 da 4 a 5 anni prima.

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.