Skip to content
narcolessia

NSS: un punteggio affidabile per la narcolessia di tipo 1

Pubblicati i dati relativi 381 pazienti affetti dal disturbo

La Narcolepsy Severity Scale (NSS) sviluppata di recente per valutare la gravità, la frequenza e l’impatto dei cinque principali sintomi della narcolessia, è affidabile e sensibile ai cambiamenti nei sintomi nella narcolessia di tipo 1, e dovrebbe essere utilizzata più frequentemente in contesti clinici e studi futuri sul disturbo. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Sleep” da Yves Dauvilliers dell’Università di Montpellier, in Francia, e colleghi.
Secondo i ricercatori, una piccola percentuale di pazienti affetti da narcolessia di tipo 1 condivide gli stessi cinque sintomi (sonnolenza diurna eccessiva, cataplessia, allucinazioni ipnagogiche, paralisi del sonno e sonno disturbato durante la notte) ma non è chiaro se questi sintomi influenzino il funzionamento quotidiano e la qualità della vita di questi soggetti.

L’obiettivo di questo studio era dunque quello di definire intervalli di punteggio clinicamente rilevanti per l’NSS, validare le sue prestazioni principali e rivalutare la sua sensibilità alla somministrazione di farmaci nei pazienti con narcolessia di tipo 1.

A questo scopo, gli autori hanno reclutato 381 pazienti con narcolessia di tipo 1 (143 pazienti non trattati e 238 pazienti trattati); tutti i soggetti hanno completato l’NSS per il disturbo patito nell’ultimo mese e hanno risposto a un questionario sulla frequenza e sull’intensità dei sintomi, nonché sul loro impatto sulla vita quotidiana. La scala di sonnolenza Epworth (Epworth Sleepiness Scale, ESS) è stata utilizzata per valutare la presenza e la gravità dell’eccessiva sonnolenza diurna, e sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per confrontare l’ESS con diversi item dell’NSS.

L’analisi statistica ha rivelato che il punteggio totale dell’NSS era più alto nei pazienti non trattati rispetto a quelli trattati (33,34 vs. 24,26) e che tutti gli item dell’NSS erano meno gravi nei pazienti trattati rispetto a quelli non trattati, a eccezione degli item 2 e 5 (“irresistibile bisogno di dormire durante il giorno” e “preoccupazione di addormentarsi durante il giorno”, rispettivamente). I pazienti che erano stati trattati avevano meno sintomi rispetto ai pazienti non trattati.
Il numero di sintomi è risultato correlato a diversi fattori, quali: ritardo della diagnosi, età di insorgenza del disturbo e punteggi sulla scala ESS e sul Beck Depression Inventory.

Infine, gli autori hanno suddiviso il punteggio totale dell’NSS in quattro livelli di gravità (lieve, moderata, grave e molto grave), con differenze tra ciascun gruppo in relazione al trattamento. È così emerso che la probabilità di ottenere un punteggio elevato nell’ESS e nel Beck Depression Inventory nonché di ottenere un punteggio basso nella qualità della vita è aumentata con il livello di gravità.

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.