L’importanza del microbioma nella suscettibilità alla SM
Alcune specie batteriche sono correlate a un maggior rischio d’insorgenza
Il microbioma intestinale è uno dei fattori che possono influenzare la suscettibilità individuale alla sclerosi multipla tra le popolazioni ad alto rischio, come gli individui con un familiare di primo grado affetto dalla malattia. È quanto ha concluso uno studio presentato all’Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ACTRIMS) 2020 da da Zongqi Xia, del dipartimento di Neurologia dell’Università di Pittsburgh, e colleghi.
I ricercatori hanno studiato i dati di 80 individui asintomatici con una suscettibilità genetica per la sclerosi multipla: ogni partecipante ha donato campioni di sangue e feci e ha compilato un questionario sull’alimentazione. I ricercatori hanno misurato le concentrazioni di piccole molecole nel sangue prodotte dai batteri intestinali e hanno elaborato profili di metagenomi intestinali dalle feci; hanno poi calcolato l’assunzione di fibre e il punteggio di qualità della dieta di ogni partecipante, utilizzando poi modelli statistici multivariati per calcolare la correlazione tra caratteristiche degli ospiti, aggiustate per età, sesso e indice di massa corporea, e i gruppi di co-abbondanza dei microbiomi intestinali (CAG).
La coorte comprendeva 80 soggetti europei, di cui 57 donne (73%), quattri fumatori (5%), con età media al momento del campionamento di 37,7 anni (SD 8,6) e indice medio di massa corporea al momento del campionamento di 26,1.
I risultati hanno rivelato che le specie batteriche intestinali appartenenti al CAG 1 erano quelle associate in modo più significativo al punteggio di rischio genetico dell’ospite per la suscettibilità alla sclerosi multipla (beta: -0,0067±0,0026; tasso di false scoperte [FDR] =0,079). Il CAG 1 comprende una comunità di specie batteriche intestinali già precedentemente associate alla sclerosi multipla, tra cui diverse specie della famiglia batterica delle Lachnospiraceae, oltre a Akkermansia muciniphila, Faecalibacterium prausnitzii, Parabacteroides distasonis, Methanobrevibacter spp, Prevotella spp, Ruminococcus spp e Sutterella spp. Il CAG 111 è stato associato in modo più significativo alla qualità della dieta dell’ospite in relazione alla funzione batterica intestinale (beta, 0,0028±0,0008; FDR =0,082).