L’aumento dei disturbi emozionali comuni. Gestione e integrazione
di Marzia Pellizzato
Nutraceutical Science, Scientific Marketing Consultant
RECERCARE, Founder, Director
SIFNut, Società Italiana Formulazione Nutraceutica, Founder, Vice-President
Lo stile di vita odierno si può dire caratterizzato da velocità, interattività e costante connessione con un mondo in cui vengono richieste reattività in tempo reale e performance psicofisiche sempre al massimo. L’utilizzo dei social media come mezzo di comunicazione prediletto ormai in tutte le fasce della popolazione, amplifica questa richiesta, trasferendola anche nella vita personale, oltre che in quella lavorativa.
In questo contesto, l’individuo è messo costantemente sotto pressione, per lunghi periodi (anni), alimentando, spesso subliminalmente, sensazioni di stress, nervosismo e agitazione che incidono sull’umore, sul comportamento, e più in generale sulla qualità della vita.
La causa emotiva molto spesso è infatti trascurata dal soggetto, che si sente genericamente stanco, assonnato, svogliato, avverte spesso mal di testa, e può sperimentare disturbi del sonno e fastidi muscolari e articolari, non collegandoli direttamente allo stato emotivo di costante tensione e agitazione che vive.
Nel mondo sono sempre di più le persone che lamentano questo tipo di disturbi e in questo momento storico globale, ancora di più.
Infatti, la situazione pandemica che il mondo sta affrontando, con le sue regole e restrizioni (necessarie per salvaguardare la salute di tutti) ha avuto, sta avendo e avrà conseguenze importanti sui comportamenti, sui modi di socializzare, tanto che tra gli esperti di psicologia e psichiatria si parla già di incipienti problematiche di socializzazione e sociofobia, stati di calo di tono dell’umore e agitazione collegati alla condizione di generale instabilità che si sta vivendo.
Il primo approccio utile per contrastare queste manifestazioni psicofisiche e migliorare la qualità della vita, è dunque il consulto con il medico che aiuterà ad individuare la causa, magari emozionale, a monte del disturbo fisico lamentato.
Ad affiancare questa fondamentale fase, possono essere utili anche diverse sostanze cosiddette «nutraceutiche» che hanno un’azione rilassante e che possono contribuire al mantenimento del normale tono dell’umore.
Il primo fra tutti è il magnesio che con la sua azione rilassante sul muscolo contribuisce a sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata favorendo il rilassamento fisico e mentale; inoltre il coinvolgimento di questo minerale nei meccanismi alla base del metabolismo energetico lo rende utile nel contrastare la sensazione di stanchezza ed affaticamento psicofisico (1).
Insieme a questo prezioso elemento, può essere utile anche la vitamina B6: anch’essa coinvolta nel metabolismo energetico, è in realtà precursore di mediatori neurologici responsabili del rilassamento e del benessere mentale come serotonina e dopamina (3). Ancora, possono essere utili estratti erbali come la melissa e la camomilla che, come noto, sono tradizionalmente utilizzate per il rilassamento e per l’induzione del sonno. Meno conosciuta forse, è l’azione della melissa sugli stati di nervosismo e agitazione che portano con sé anche risvolti negativi sul tono dell’umore e sullo stato emozionale soggettivo in generale: infatti in diversi studi clinici condotti su persone soggette ad ansia e agitazione, la melissa ha confermato la sua efficacia, mostrando la capacità di indurre un rilassamento mentale che si riflette in una diminuzione degli episodi di agitazione e nervosismo con un miglioramento della qualità del riposo notturno oltre che della vita in generale (4,5,6,7).
Da ultimo una molecola endogena, sintetizzata dal cervello umano a livello dell’encefalo e più precisamente dall’epifisi: la melatonina. Questa sostanza viene prodotta dall’organismo in grande quantità nei bambini, riducendosi via via che aumenta l’età. Inoltre la sua produzione fisiologica circadiana è influenzata da fattori ambientali come la luce (viene prodotta infatti al crepuscolo, proprio per favorire l’induzione del sonno notturno) che ne diminuisce la produzione (ecco spiegata la relazione tra schermi luminosi e cattiva qualità del sonno).
Per questi motivi, un’integrazione orale di melatonina, può sopperire alla ridotta produzione di melatonina endogena, favorendo il sonno e migliorandone la qualità (2)
Potete approfondire gli aspetti legati ai disturbi emozionali comuni e alla loro gestione e integrazione, seguendo il webinar del Professor Claudio Mencacci il 19 Novembre alle 20:15.
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Riferimenti bibliografici
1. Nielsen FH et al. Magnesium supplementation improves indicators of low magnesium status and inflammatory stress in adults older than 51 years withpoor quality sleep. MagnesRes 2010 Dec; 23(4): 158-68. doi: 10.1684/mrh.2010.0220.Epub2011 Jan4.
2. Xie Z et al. A review of sleep disorders and melatonin. Neurol Res 2017 Jun; 39(6): 559-565. doi: 10.1080/01616412.2017.1315864. Epub2017 May 1.
3. McCarty MF. “High-dose pyridoxine as an ‘anti-stress’ strategy.” Med Hypotheses 2000; Vol. 54 :803-7. doi: 10.1054/mehy.1999.0955 https://www.researchgate.net/publication/12458389_High-dose_pyridoxine_as_an_%27anti-stress%27_strategy
4. Institute of Medicine. “Food and Nutrition Board. Dietary Reference Intakes: Thiamin, Riboflavin, Niacin, VitaminB6, Folate, VitaminB12, Pantothenic Acid, Biotin, and Choline.” Washington, DC: National Academy Press 1998.
5. Adib-Hajbaghery M, Nesa Mousavi S. The effects of chamomile extracton sleep quality among elderly people: A clinical trial. Complement Ther Med 2017 Dec; 35: 109-114. doi: 10.1016/j.ctim.2017.09.010. Epub2017 Oct13.
6. Cases J. Pilottrial on melissa Leaf extractin the treatment of volunteers suffering from mild-to-moderate anxiety disorders and sleep disturbances. Mediterr J Nutr Metab 2010; 4(3): 211-218.
7. Awad R, Muhammad A, DurstT, Trudeau VL, ArnasonJT (2009) Bioassay-guidedfractionationof lemonbalm(Melissa officinalis L.) usingan in vitro measureof GABA transaminase.
8. IbarraA, FeuillereN, Roller M, LesburgereE, BeracocheaD (2010) Effectsof chronicadministration of Melissa officinalis L. Phytomedicine, 2010 May;17(6):397-403. doi: 9.1016/j.phymed.2010.01.012. Epub2010 Feb 18.
In collaborazione con Natural Point