Ictus, scarso controllo dei fattori di rischio
Uno studio di coorte osservativo rivela gli eventi di ictus e TIA evitabili
Nei pazienti con ictus ischemico e attacco ischemico transitorio (TIA) esiste un divario significativo tra controllo dei fattori di rischio cerebrovascolare basato sull’evidenza e prevenzione dell’ictus nel mondo reale. Lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista “Neurology” da Christian Boehme e colleghi della Clinica Universitaria di Innsbruck, in Austria.
Si tratta di uno studio di coorte osservazionale su pazienti che hanno partecipato a un trial sulla gestione dei pazienti dopo evento ictale denominato STROKE-CARD. Dei 2.625 soggetti adulti con pregresso ictus ischemico acuto o TIA ricoverati all’ospedale universitario di Innsbruck, in Austria, tra gennaio 2014 e dicembre 2017, la popolazione dello studio comprendeva 1.730 pazienti (età media 72 anni, 59,6% uomini), tra cui 1.424 pazienti con ictus e 306 pazienti con TIA. Per 1.382 di questi, l’evento di ictus o TIA era il primo in assoluto.
Complessivamente, il 79,5% dei soggetti aveva almeno una condizione di rischio di ictus non adeguatamente trattata prima dell’evento indice. Ipercolesterolemia (53,4% della popolazione in studio) e ipertensione (45,7%) erano i fattori di rischio più comuni, seguiti da fibrillazione atriale (12,5%), precedente malattia aterosclerotica cardiovascolare (12,4%), diabete mellito (9,9%), TIA non riconosciuto (2,7%), stenosi carotidea (2,1%) e valvole cardiache meccaniche (0,5%).
Quando sono stati considerati anche gli stili di vita modificabili, la percentuale di soggetti con almeno una condizione di rischio di ictus trattato in modo inadeguato prima dell’evento indice era pari al 95,1%, quella dei soggetti con almeno due fattori di rischio pari al 72,3%.
L’analisi ha rivelato che un adeguato controllo dei valori di pressione arteriosa avrebbe potuto prevenire 237 eventi (13,7%), mentre quello del profilo lipidico avrebbe potuto prevenire 182 eventi (10,5%). Infine, una corretta profilassi anticoagulante in pazienti con fibrillazione atriale pre-diagnosticata avrebbe potuto evitare 145 eventi (8,4%). Invece, il grado stimato di prevenzione dell’ictus con adeguata profilassi anticoagulante nei pazienti con valvole cardiache meccaniche è risultato quasi trascurabile (0,4%).