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I beta-2 agonisti non aumentano il rischio di Parkinson

Uno studio su pazienti con BPCO non ha mostrato correlazioni significative

In pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), il trattamento con beta-2 agonisti non influisce sul rischio di malattia di Parkinson, secondo i risultati dello studio pubblicato sulla rivista “Pharmacotherapy” da Wenjia Chen e colleghi dell’Università della British Columbia a Vancouver, in Canada.

Gli autori hanno analizzato i dati sanitari della regione della British Columbia relativi al periodo 1997-2015, disegnando uno studio caso-controllo in una coorte di pazienti con BPCO (n=242.218). Hanno così  identificato un totale di 732 casi di Parkinson (identificati dall’aver fatto una o più visite ambulatoriali o ricovero per Parkinson) nel gruppo affetti da BPCO a ciascuno dei quali è stato abbinato a un massimo di cinque controlli (n=3.660) in base all’età e alla data, includendo solo soggetti con quattro o più anni di dati di follow-up disponibili.

I ricercatori hanno poi valutato in particolare l’uso di beta 2-agonisti tra il terzo e il quarto anno prima della data di diagnosi della malattia di Parkinson, e poi per ulteriori due anni, al fine di controllare la latenza della malattia di Parkinson. Lo studio ha definito i livelli di frequenza di assunzione di beta 2-agonisti in termini di uso regolare (una o più somministrazioni ogni sei mesi), uso irregolare (nessuna somministrazione per 1-3 periodi di 6 mesi) e nessun uso.

La statistica mostra che non vi era alcun effetto significativo dell’uso di beta 2-agonisti sulla diagnosi della malattia di Parkinson nei pazienti con BPCO, in particolare per quanto riguarda l’uso regolare rispetto al non uso (rapporto di frequenza [RR], 1,14) e l’uso irregolare rispetto al non uso (RR, 1,15). Non sono emersi effetti significativi dell’uso di beta-2 agonisti sul rischio di Parkinson neppure in un’analisi aggiustata per il rischio concomitante di morte (uso regolare vs. nessun uso: RR, 1,13; uso irregolare contro nessun uso: RR, 1,17).

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.