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Un servizio di tutoraggio da malato a malato per gestire la Sclerosi Multipla

Avviato al San Camillo Forlanini un progetto a favore dei pazienti di nuova diagnosi

A Roma, i pazienti con recente diagnosi di sclerosi multipla avranno a disposizione uno sportello a cui rivolgersi per trovare sostegno da parte di altri pazienti che convivono con la malattia già da molto tempo e che si offrono come tutor. L’innovativo servizio, ideato per facilitare l’accettazione della patologia, è stato attivato dall’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma.

“Il nostro è un centro di eccellenza per professionalità e capacità dei clinici, struttura di riferimento della sanità pubblica della Regione Lazio e non solo, in particolare per quanto riguarda la cura e presa in carico di paziente colpiti da malattie degenerative”, ha spiegato Fabrizio d’Alba, direttore generale dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma. E il progetto “Paziente Tutor presso il Centro di Sclerosi Multipla” va proprio in questa direzione. Ovvero costruire una relazione unica con il paziente che possa sentirsi oltre che curato, compreso, supportato e tutelato. Requisiti questi è fondamentali per il miglioramento delle cure e per una maggiore aderenza dei pazienti alla terapia”.

Si realizza così il progetto di sostituire l’avvicinamento alla malattia mediato dal rapporto dai professionisti sanitari con uno mediato da altri pazienti, anche al fine di contrastare la ricerca di informazioni e supporto su internet.

“Per quanto il personale sanitario lavori in maniera assolutamente efficiente e sensibile esiste un aspetto che non può tenere sotto controllo: una volta ricevuta la diagnosi, il paziente, infatti, si sente improvvisamente diverso da tutti e le uniche persone che vede come capaci di comprendere la sua nuova condizione sono gli altri pazienti”, ha aggiunto Claudio Gasperini, responsabile dell’UOC di Neurologia dell’Ospedale San Camillo Forlanini. “Il massiccio ricorso a forum, blog e social media testimoniano l’assoluto bisogno dei pazienti di confrontarsi con chi si trova nella stessa situazione per avere informazioni e ricevere rassicurazioni, ma utilizzare network non controllati è spesso dannoso perché vengono fornite informazioni non validate da medici specializzati”.

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.