Ipertensione, malattia dei piccoli vasi cerebrali e deficit cognitivo
Valutato il rischio correlato su 345 pazienti
L’ipertensione arteriosa, associata a evidenza di aree iperintense nella materia bianca periventricolare rappresenta un maggior rischio di deficit cognitivo, anche se il soggetto sta assumendo una terapia antipertensiva. È quanto è emerso da uno studio condotto da Joan Jiménez Balado e colleghi della Universitat Autònoma de Barcelona. I dati sono stati ottenuti dalla coorte ISSYS (Investigating Silent Strokes in Hypertensives: a Magnetic Resonance Imaging Study), uno studio longitudinale di popolazione su pazienti ipertesi, di età compresa tra 50 e 70 anni, senza demenza e ictus al basale. Nel corso del trial, 345 pazienti con età media di 65 anni sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale, test cognitivi (riguardanti nello specifico esecuzione, memoria e attenzione) e diagnosi cognitiva (invecchiamento normale o decadimento cognitivo lieve) al basale e al follow-up. Gli autori hanno infine valutato la presenza di infarti lacunari e microemorragie cerebrali. Le alterazioni dell’iperintensità della materia bianca periventricolare e profonda sono state definite qualitativamente come assente, minore o marcata.
Al termine del periodo di osservazione, nel 9,1% del campione è stato riscontrato un deficit cognitivo lieve. Considerando la progressione della malattia dei piccoli vasi cerebrali, la prevalenza di infarti è stata del 6,1% e quella delle microemorragie del 5,5%; la progressione della materia bianca periventricolare è risultata del 22% e quella della materia bianca profonda del 48%.
I pazienti con marcata progressione della materia bianca periventricolare hanno mostrato una diminuzione significativa delle prestazioni cognizione globali rispetto ai pazienti senza progressione e un più alto rischio di incidente danno cognitivo lieve (odds ratio pari a 6,184).
Secondo le conclusioni degli autori, pertanto, i risultati indicano che i pazienti ipertesi con progressione di materia bianca periventricolare hanno maggiori probabilità di compromissione cognitiva, anche nelle prime fasi del declino cognitivo.