Farmaci antiepilettici prescritti nelle donne in età fertile
Spesso ignorato il rischio di teratogenicità
Qual è la popolazione di donne in età fertile a rischio di assumere farmaci antiepilettici gravati da rischio teratogenico? Gli studi in proposito sono scarsi e i dati limitati. Per colmare questa lacuna, Hyunmi Kim e colleghi della Stanford University School of Medicine a Palo Alto, in California, hanno condotto uno studio retrospettivo, esaminando gli schemi di prescrizione antiepilettici in una popolazione di donne epilettiche in età fertile, individuate sulla base dell’International Classification of Diseases, Ninth Revision, Clinical Modification.
Sono state così identificate 46.767 pazienti, della quali 8.003 erano casi incidenti (età media di 27,3 anni) e 38.764 casi prevalenti (età media di 29,7 anni). La ricerca è stata pubblicata su JAMA Neurology.
Tra le 3.219 donne nel gruppo dei casi incidenti che avevano assunto farmaci per 90 giorni o più, 3.173 (98,6%) hanno ricevuto la monoterapia come trattamento di prima linea; tra 28.239 casi trattati, 18.987 (67,2%) hanno ricevuto la monoterapia.
Valproato e fenitoina sono stati più comunemente usati per l’epilessia generalizzata e oxcarbazepina è stato più spesso utilizzato per l’epilessia focale.
Levetiracetam, lamotrigina e topiramato erano i principali farmaci prescritti sia nell’epilessia focale e sia in quella generalizzata.
Il valproato è stato più comunemente prescritto nelle donne con comorbilità per cefalea o emicrania, disturbi dell’umore e ansia e disordini dissociativi. Topiramato era prescritto con più probabilità per quelli con comorbilità per mal di testa o emicrania.
Sembra dunque emergere con evidenza un dato: molte donne vengono trattate con valproato e topiramato nonostante i noti rischi di teratogenicità, e le comorbilità possono influenzare la prescrizione di questi farmaci.