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Rare bambini

Corea di Huntington, più attenzione alla forma pediatrica

Pubblicati due nuovi articoli sui segni clinici della patologia

Definire meglio la patologia, aggiornandone la classificazione sulla base delle più recenti acquisizioni: è questo l’obiettivo di due diversi articoli dedicati alla forma giovanile – o meglio pediatrica – della Corea di Huntington. Sono firmati da Ferdinando Squitieri, responsabile dell’unità Huntington e Malattie rare dell’IRCCS Casa sollievo della sofferenza/CSS-Mendel e direttore Scientifico della Fondazione Lega Italiana Ricerca Huntington (LIRH) Onlus.

Le due nuove pubblicazioni, apparse rispettivamente sulle riviste Lancet Neurology e Movement Disorders puntualizzano che le manifestazioni della forma pediatrica sono piuttosto differenti da quelle tipiche dell’adulto. Infatti raramente si manifestano i movimenti involontari, mentre sono molto frequenti le distonie degli arti e del tronco, lentezza dei movimenti, rigidità, crisi epilettiche e sintomi dello spettro autistico. Alcuni studi recenti hanno riferito un decorso aggressivo, che a livello cerebrale è associato ad alterazioni dello sviluppo a carico dello striato.

“Possiamo oggi sostenere che esistono pazienti con Huntington a esordio precoce con caratteristiche biologiche da malattia pediatrica, e quelli con Huntington ad esordio precoce ma con caratteristiche biologiche più simili agli adulti”, ha spiegato Squitieri. “Non sappiamo realmente quanti siano i casi pediatrici e per questo è opportuno adottare la terminologia appropriata che favorisca un reclutamento razionale di pazienti giovani su una base più scientifica e meno convenzionale, come è stato fino a oggi. Molto meglio, dunque, abbandonare la definizione giovanile in uso a favore di una più precisa definizione”.

“Le manifestazioni pediatriche della malattia di Huntington sono associate a mutazioni particolarmente estese in lunghezza, generalmente ereditate da genitori ammalati di sesso maschile. Le espansioni di trinucleotidi CAG, sono in questi casi, oltre 80 ripetute e la malattia può iniziare con un ritardo dello sviluppo psico-motorio nei primi anni di vita”, ha concluso Squitieri. “Le condizioni più precoci finora descritte, rarissime, indicano un inizio anche a partire dai 18 mesi di vita.”

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.