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Una correlazione tra demenza e inquinamento atmosferico

Il risultato è emerso da uno studio retrospettivo inglese

Esiste una correlazione positiva tra i livelli residenziali di inquinamento atmosferico e la diagnosi di demenza, secondo un articolo pubblicato sulla rivista “British Medical Journal Open”.

Iain M. Carey, dell’Università di Londra, e colleghi, autori dell’articolo, hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo che ha coinvolto 130.978 adulti di età compresa tra 50 e 79 anni senza storia documentata di demenza o ricovero in casa di cura. Una prima diagnosi registrata di demenza è stata identificata nel periodo 2005-2013. I ricercatori hanno scoperto che l’1,7% dei soggetti ha ricevuto una diagnosi di demenza (il 39% e il 29% delle diagnosi hanno menzionato la malattia di Alzheimer e la demenza vascolare, rispettivamente).

Dall’analisi statistica dei dati è emersa una correlazione positiva di risposta all’esposizione tra la demenza e le misure di tutti gli inquinanti, a eccezione dell’ozono. Se per esempio si stratifica la popolazione di studio in cinque categorie di esposizione al biossido di azoto (NO2), si vede che negli adulti che vivono nelle zone di concentrazione più elevata il rischio di demenza è maggiore del 40% rispetto a quelli che vivono nelle zone con concentrazione più bassa. Sono stati osservati anche aumenti del rischio di demenza per esposizione al particolato fine PM2,5, in particolare per quello prodotto dal traffico veicolare.

 

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.