Rischio demenza se la pressione è leggermente alta a 50 anni
Trovata una correlazione anche per valori sotto la soglia di trattamento medico
Valori di pressione arteriosa superiori alla media, anche se al di sotto della soglia considerata in molti paesi del mondo per l’inizio di un trattamento farmacologico, sono correlati a un maggior rischio di sviluppare demenza più tardi nella vita. È quanto emerge dai risultati dello studio Whitehall II, ora pubblicati sullo European Heart Journal. L’effetto si farebbe sentire, secondo i dati raccolti, a distanza di decenni. “Uomini e donne che avevano una pressione arteriosa sistolica maggiore o uguale a130 mmHg all’età di 50 anni avevano un rischio maggiore del 45% di sviluppare demenza rispetto a persone della stessa età con valori più bassi”, ha riferito Archana Singh-Manoux, dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM) di Parigi che ha partecipato alla ricerca.
Il dato forse più sorprendente è che la stessa associazione non è stata osservata per soggetti sessantenni e settantenni.
“La nostra analisi suggerisce che l’influenza dell’ipertensione nella mezza età sulla salute del cervello è dovuta alla durata dell’esposizione”, ha aggiunto Singh-Manoux in una nota. “Probabilmente è per questo che osserviamo un aumento del rischio per le persone con pressione sanguigna leggermente elevata all’età di 50 anni, ma non di 60 o 70 anni: i soggetti con ipertensione a 50 anni sono esposti a questo rischio molto più a lungo”.
Secondo gli autori, questi risultati, benché ottenuti in uno studio osservazionale, spingono nella direzione di una diversa valutazione medica dei soggetti che presentano ipertensione nella mezza età. Invece di procrastinare gli interventi a epoche successive della vita, può valere la pena di incentivare modificazioni negli stili di vita e nell’alimentazione – ed eventualmente il trattamento farmacologico – anche nella sesta decade, o ancora prima.