Il fumo come fattore di rischio indipendente di demenza
Il risultato è emerso da uno studio coreano condotto tra il 2002 e il 2013
Il fumo di sigaretta è emerso quale singolo fattore di rischio per lo sviluppo di demenza in uno studio di coorte, condotto in Corea del Sud, tra il 2002 e il 2013, su più di 46.000 soggetti nell’ambito di un programma di screening nazionale sulla salute della popolazione generale.
Secondo quanto riferito in un articolo apparso sugli “Annals of Clinical and Translational Neurology” a firma di Daein Choi dello University College of Medicine a Seoul e colleghi, i partecipanti erano di età media di 60 anni ed erano suddivisi in quattro gruppi sulla base delle abitudini al fumo, rilevate con appositi questionari: fumatori continuativi (n =12.672); fumatori che avevano smesso da meno di quattro anni (n =4.175); fumatori che avevano smesso da quattro anni o più (n =9.268); soggetti che non hanno mai fumato (n =20.025).
A partire dal 1° gennaio 2006, i ricercatori hanno seguito i partecipanti per un follow-up fino a otto anni (7,11 anni, in media) per valutare lo sviluppo di malattia di Alzheimer, demenza vascolare e demenza in generale. Dall’analisi statistica è risultato che chi aveva smesso da più di quattro anni e chi non ha mai fumato aveva un rischio diminuito rispetto ai fumatori continuativi sia per la demenza generale (hazard ratio [HR]: 0,86 e 081, rispettivamente) sia per la demenza vascolare (HR: 0,68 e 0,71; rispettivamente). Inoltre, chi non ha mai fumato aveva un rischio di Alzheimer ridotto rispetto ai fumatori continuativi (HR 0,82).
“I fumatori dovrebbero essere incoraggiati a smettere per ridurre il rischio di sviluppare demenza”, hanno concluso i ricercatori. “Il fumo dovrebbe essere considerato come un fattore di rischio per la demenza, specialmente nella popolazione anziana, come il nostro studio ha dimostrato, e dovrebbe essere intrapresa un’azione educativa adeguata per informare la popolazione generale sul beneficio della cessazione del fumo”.